Officina futuro

REALIZZAZIONE DEL PARCO TECNOLOGICO CONNESSO AL DEPOSITO NAZIONALE DI RIFIUTI RADIOATTIVI

con: Arch. Elisa Policriti, Arch. Gabriele Vitiello

oggetto: Concorso di idee

località: non specificata

anno: 2016

committente: Sogin S.p.A.

superficie: 40 ha


Il progetto risponde alle necessità della committenza di definire un nuovo ambiente complesso ed organizzato, ma al contempo di grande suggestione. Un insieme di spazi funzionali e rappresentativi per le persone e per il lavoro. La grande e importante infrastruttura si configura come un volano tecnico ed occupazionale per il territorio che la ospita. Si tratta in sostanza, con le forme naturalistiche e con quelle antropiche, di trasformare coerentemente il paesaggio.

Uno degli obiettivi intrinseci del progetto è la forte attribuzione di ruolo e di significato ai luoghi proposti che, in ragione delle nuove opportunità economiche, lavorative e di ricerca previste, potrà assumere il PT. Di conseguenza si è curato il linguaggio degli spazi vuoti e urbanizzati, che rappresenta quel disegno delle superfici orizzontali che conduce costantemente l’utente. Nell’organizzazione della forma urbana e nell’assetto progettuale proposto si è inteso evocare il senso profondo della matrice strutturale del “sistema piazza”, recuperando quegli elementi di qualità e pedonalità propri dell’aspetto storico di tale apparato.

Il disegno urbano in cui si articola il progetto si fonda sul sistema degli isolati che si compongono fino ad articolare l’insediamento del PT in tre nuclei successivi. I fronti edilizi che configurano la grande promenade centrale aprono delle visuali nei vuoti che si frappongono al costruito.

Ad aumentare la complessità dell’impianto edificatorio sono disposti dei Landmark. Questi punti di riferimento segnano lo spazio in maniera egocentrica rispetto al contesto, costituendo dei forti attrattori visivi per il fruitori del parco e sottolineando anche la dimensione verticale del progetto. I Landmark proposti sono principalmente volumetrici, degli edifici veri e propri, e sono situati uno per ogni nucleo.

L
a eccezione tra i Landmark la lunga passerella che taglia in diagonale l’intero complesso secondo una propria direttrice, costituendo un punto di vista sopraelevato ma esterno agli edifici. Pur non essendo un volume edificato, si eleva dal suolo quasi a contraddire le consuete percorrenze pedonali a cui si è abituati.